L'ULTIMA STORIA DI DEATHLOK?

Di

 

Fabio Volino

scrittore uscente

Carlo Monni & Fabio Furlanetto

 scrittori subentranti

rossointoccabile

supervisore permanente

Mr. T

non c’entra niente

 

I Vendicatori

creati da Stan Lee & Jack Kirby

Deathlok I

creato da Rich Buckler (con la collaborazione di Doug Moench)

Deathlok II

creato da Dwayne McDuffie & Gregory Wright & Jackson Guice

Stan Lee, Roy Thomas, Jim Shooter

non sanno nulla di questa storia… ed è meglio per noi tutti.

 

 

1

 

Un robot non può recare danno ad un essere umano né può permettere che a causa di un suo mancato intervento un essere umano subisca danno

Isaac Asimov - Prima Legge della Robotica

 

 

"Mi senti, riesci finalmente a sentirmi?"

"Uhn, ah... c'è qualcosa qui con me, lo sento”

"Sono io quel qualcosa, Michael Collins".

"È tutto bianco qui, dove ci troviamo?"

"Dentro la tua mente. O meglio, dentro i recessi della memoria di Deathlok"

"Chi sei tu, dove ti trovi?"

"Sono ovunque ed in nessun luogo. Sono colui che ha salvato la tua... chiamala anima se proprio lo desideri... mentre i Devianti ti sezionavano. Colui che ha permesso ai tuoi compagni di continuare a sperare. E questa speranza forse sta per essere premiata"

"Hai un nome?”

"Luther Manning. Ed il corpo che occupi un tempo era mio”

 

 

Estrella.

 

Una piccola, quasi insignificante nazione centroamericana, poco più di un puntino sulla carta geografica, eppure c’è qualcuno per cui riveste ben più di un casuale interesse, ad esempio i due uomini che conversano ai margini della jungla. Uno è un uomo dai capelli neri che ricadono lunghi sulla nuca ed una folta barba; l’altro ha con lui un’innegabile somiglianza, ma porta i capelli più corti, ha i baffi ed indossa un’uniforme mimetica dell’Esercito degli Stati Uniti.

-Altri giorni di aspro combattimento e nessun risultato.- dice il maggiore Simon Ryker -Harlan, quell'arma eccezionale di cui mi ti vanti tanto ci farebbe proprio comodo ora.

-E sarai accontentato.- ribatte suo fratello estraendo un computer palmare da una tasca -Ogni macchina ha i suoi pregi ed i suoi difetti, Deathlok non fa eccezione. Quando mi capitò tra le mani capii che dovevo ideare qualcosa per riportarlo a me in caso di imprevisti. Per questo ho inserito nella sua programmazione un back-up che ripristinerà i vecchi dati e lo riporterà a me, dovunque egli si trovi.

-E credi davvero che eseguirà fedelmente i nostri ordini?- ribatte Simon –Da quel che ricordo, perfino il tuo prototipo originale, John Kelly, dimostrò dei malfunzionamenti,[1] per non parlare del fatto che Michael Collins ha sempre avuto, diciamo così, una certa tendenza all’indipendenza.

Harlan Ryker fa una smorfia contrariata.

-Non ha importanza.- replica -A noi basta solo che obbedisca il tempo necessario per sconfiggere la resistenza di questo paese, un tempo che si rivelerà decisamente breve, puoi credermi.-

-Staremo a vedere. Sarà meglio che funzioni, fratello, perché ho messo in gioco la mia reputazione per questo tuo giochetto e se non funziona tu torni diritto in prigione ed io ti farò compagnia.

-Non dovresti essere così scettico, Simon, dopotutto sai quanto sono in gamba. Non ti ho, forse, rimesso in sesto dopo il tuo scontro con Sub Mariner?[2] E non è stato questo a convincerti a sponsorizzare il Progetto Deathlok con i tuoi superiori al Pentagono?

Simon Ryker non risponde, ma il suo sguardo si fa torvo, mentre si tocca alla base della nuca. Nel frattempo Harlan Ryker digita quasi con furia per alcuni minuti, poi dice: -Ecco, ora dobbiamo solo aspettare che la tecnologia faccia il suo corso.

-Un'altra domanda, fratello. Mi vuoi dire cosa c'è in quella cassa che ti sei fatto spedire?

Harlan Ryker sogghigna sinistramente, mentre risponde:

-Oh, non te l’avevo detto? Solo una piccola assicurazione nel caso le cose vadano storte. Potremmo dire che è la migliore arma di ricatto che possa esistere.

 

 

Palazzo dei Vendicatori

 

Il laboratorio è uno dei più avanzati del Paese, forse addirittura del mondo.

Alcuni dei migliori ingegneri del pianeta faticherebbero a comprendere la funzione di gran parte della strumentazione, figuriamoci apprezzare l’ingegnosità del progetto.

Persino “Gears” Garvin, abbastanza in gamba da ricostruire il corpo di uno dei robot più complessi del mondo, non è sicuro di comprenderne le potenzialità.

-Allora, Jocasta…- dice -Che ne dici?

L'intelligenza artificiale ammira il suo nuovo corpo. Nuovo, eppure così familiare visto che ricalca le precedenti incarnazioni. Dunque non può che commentare:

<<Perfetto!>>
-Allora ti va di cominciare una nuova vita, Jo?- le chiede Machine Man.

<<Sì, direi che me la sono meritata.>>

Vengono collegati dei cavi al nuovo corpo robotico e poco dopo l'immagine facciale presente sugli schermi dei computer svanisce, mentre i dati vengono trasferiti.

-Per ora nessun problema. afferma Gears -Ancora pochi istanti e...

Il processo ha termine e Jocasta apre gli occhi. Resta immobile per qualche istante, mentre una miriade di sottoprogrammi configura l’interfaccia con tutti i sotto-sistemi del nuovo corpo. Una mano inizia a muoversi, poi l’altra.

Jocasta si mette a sedere sul tavolo su cui è stata assemblata. Subito si guarda le mani, come ad accertarsi che questo non sia un sogno. Poi inizia a camminare, con cautela, misurando ogni passo: non capita a tutti di rinascere per la terza volta. Infine si ferma.

-Perfetto.- ripete –Grazie, Gears.

-Dovrei essere io a ringraziarti – risponde l’umano – Poche persone hanno l’opportunità di lavorare su modelli robotici così avanzati.

-Hai fatto un gran lavoro – sottolinea la donna-robot – Credo che questo sia il corpo migliore in cui sia mai stata.

-Ora non esageriamo – risponde timidamente Gears – Sì, qualche miglioria qua e là ci sarà anche, ma mi sono basato molto sulla versione ricostruita da Stark. Il mio lavoro non si avvicina neanche lontanamente al suo progetto, per non parlare di quello originale di...

“Non dire Ultron, ti prego” – pensa immediatamente Jocasta.

-Stai attento a non perderlo stavolta.- la consiglia X-51, avendo compreso dove si stava dirigendo la conversazione e sapendo benissimo di cosa è meglio non discutere in certi momenti.

Improvvisamente Jocasta gli si avvicina e gli prende le mani.

-L'ultima volta non l'avevo fatto, non sono riuscita a perdonarmelo. Non c'è nulla come il contatto.-

Gears avrebbe ancora molto da discutere con Jocasta, ma preferisce lasciare ai due amanti robotici un po’ di meritata privacy.

 

 

Un’altra sezione del laboratorio.

 

-La signora Collins ci ha detto che lei può esserci di aiuto, signor Badalamente.- dice Fabian Stankowicz all’uomo di chiara origine ispanica che ha appena accolto.

-In effetti, tra tutti potrei essere quello che meglio conosce Deathlok.- ribatte l'uomo. –Comunque, se vuole, può chiamarmi Jesus.

-Chiamarla per nome mi imbarazza un po’, lo sa?

-Davvero? Strano. Tra noi ispanici è molto comune… e poi miei genitori erano anche molto religiosi.- commenta l’uomo di nome Jesus con un sorrisetto ironico -Ora lasci che dia un'occhiata.

Jesus fa per avvicinarsi al cyborg, il quale in quel momento spalanca gli occhi, due led rossi ad illuminarli.

-Santo cielo!- esclama Fabian -Cosa...?-.

Deathlok si alza, getta da parte Jesus e prima che Stankowicz possa fare qualcosa, anch'egli viene messo fuori gioco. Il cyborg prende le sue armi ed esce dal laboratorio, non trovando nessuno sulla sua strada: sono tutti andati a piangere una loro amica scomparsa. Così avanza tranquillamente verso l'uscita, dove, però si ritrova di fronte Jarvis.

-Padron Deathlok, è sveglio. Ha bisogno di qualcosa?- chiede lui con impassibile flemma.

Deathlok lo spinge da parte ed esce dal Palazzo. Si piazza in mezzo alla strada e ferma il primo mezzo disponibile: senza troppe cerimonie ne getta fuori il guidatore e parte alla volta di una destinazione nota a pochi, ignota ai più.

 

 

Poco dopo.

 

-Deathlok è scomparso.- annuncia Visione.

-Come è potuto accadere.- chiede Ant Man, ignaro del fatto che entro pochi giorni gli toccherà un'esperienza altrettanto traumatica.[3]

-Improvvisamente si è rianimato e, vista la scarsa sorveglianza, è fuggito facilmente. Sfortunatamente, le nostre difese sono progettate per impedire di entrare nella base, non ad un Vendicatore di uscirne.

-D'accordo, fuggire, ma per dove?- fa notare Occhio di Falco -Per tornare dalla sua famiglia?

-Lo ritengo decisamente improbabile. Il nostro imperativo comunque è ritrovarlo subito.

-Il problema è come.-

-Ecco la vostra soluzione.-

Nella stanza fa il suo ingresso Jocasta.

-Finalmente posso rivedere le più belle gambe in circolazione da queste parti.- commenta Clint Barton.

-Non è il momento delle frivolezze, Occhio di Falco.- lo zittisce Jocasta -Ascoltate: come sapete, io ho condiviso per qualche tempo il corpo di Deathlok ed ora credo di poterlo rintracciare, di individuare i suoi... tracciati mentali.

Visione riflette per qualche istante, poi dice:

-Se questa è l'unica possibilità, perseguiamola. Hai bisogno di qualcosa, Jocasta?

-Di molto incoraggiamento.- risponde lei.

 

 

Un aeroporto privato.

 

Fino a qualche secondo fa qui la vita procedeva tranquilla: gli aerei partivano ed atterravano senza problemi e le guardie del gabbiotto non avevano mai dovuto estrarre le armi. Poi è arrivato Deathlok e tutto è cambiato.

Con l'auto rubata sfonda la sbarra d'ingresso Avrebbe potuto abbattere le difese molto più rapidamente se avesse fatto tutto da solo, certo; ma avrebbe consumato delle energie importanti, ed avrebbe attirato l’attenzione molto prima di raggiungere il proprio obiettivo.

Si inoltra dentro l'aeroporto, fino a trovare ciò che gli interessa: un aereo coi motori accesi e pronto a partire. Esce dall'auto, ma le guardie armate presenti sulla pista, dopo ripetuti avvertimenti urlati nel vuoto cominciano a sparare. Deathlok si volta e spara numerosi proiettili al suolo, davanti ai piedi degli agenti, che si ritraggono. Una scheggia colpisce uno di loro ad un polpaccio, ed il poveraccio si accascia dolorante.

Con insospettabile velocità Deathlok sale a bordo dell'aereo e lo fa partire. I guardiani, rosi dal dubbio se danneggiare una proprietà non loro, indugiano un secondo di troppo, ormai l’aereo è decollato ed è oltre la loro portata. Subito il furto viene denunciato, vengono allertate le autorità statali e federali e scattano tutte le contromisure previste dalle leggi anti-terrorismo. Troppo tardi, ormai: dell'aereo rubato non si trova traccia. Il pilota si è dimostrato fin troppo capace di eludere i radar e gli altri mezzi di sorveglianza… o c’è sotto qualcosa di più?

Ed è mentre è diretto alla sua destinazione che Deathlok sente una presenza estranea lottare per entrare nella sua mente. In pochi secondi la scaccia, ma la presenza ha comunque sottratto un'informazione molto importante.

 

 

Palazzo dei Vendicatori.

 

-Estrella.- dice Jocasta.

-Non ho capito.- dice Gears Garvin.

-Estrella, è la sua destinazione. Una piccola nazione sudamericana.- precisa Visione -Deathlok c'era già stato agli esordi della sua carriera, quando era al servizio della Roxxon e di uno scienziato di nome... Harlan Ryker.

-Dunque ci sarebbe lui dietro questa vicenda?- chiede Occhio di Falco.

-Altamente probabile. Verifichiamo se ci sono notizie su di lui.- Visione si collega  ai vari database a cui gli dà libero accesso il suo status di Vendicatori ed infine… -Interessante: poco meno di una settimana fa è evaso di prigione. Visto che era lui alla guida del Progetto Deathlok e conosce tutti i segreti del suo corpo cyborg, il suo coinvolgimento è quasi certo.

-Scovare il cattivo non può essere così facile, giusto? – nota scettico Occhio di Falco

-A volte le risposte più scontate sono davvero quelle giuste.- replica pacatamente Visione –In ogni caso non possiamo che verificare questa possibilità.

-Sono pronta ad andare a riprendere Deathlok.- si fa avanti Jocasta -E non provate a fermarmi.

-Ti vedo molto determinata, Jocasta.- commenta Clint Barton. –Cos’è? Solidarietà robotica?-

-C’è forse bisogno di una ragione per desiderare giustizia per un compagno Vendicatore? – interviene Machine Man – Tu non esiteresti certo a cercare di salvare la mia vita, solo perché non siamo entrambi macchine dello stesso tipo.

-Ehi, calma, il mio non era un commento razzista!

-Né è stato considerato tale. -Puoi chiamarla “solidarietà robotica” se ti piace, Occhio di Falco...e forse non ti sbagli. In ogni caso, tra noi Jocasta è probabilmente quella che più ha a cuore questa faccenda, così come me. Per questo io la accompagnerò. Voi potete rimanere qui per organizzare... i funerali di Wasp.

-Se davvero vuoi sapere come la penso…- replica Occhio di Falco -… Deathlok è uno di noi, un Vendicatore e qualunque cosa gli sia successa non lo lasceremo certo da solo: puoi starne certo, lo salveremo.

-Michael? Cosa gli è successo?-

Nella migliore delle tradizioni è appena arrivata Tracy, la moglie di Michael Collins, con al suo fianco il figlio Nick ed in braccio un'altra bambina.

"Non ci voleva" pensa Visione.

“Un tempo sapevamo chi sarebbe entrato nel palazzo prima che suonasse la porta, supercriminali a parte” – è la riflessione lievemente sconfortata di Occhio di Falco.

 

 

San Francisco, Williams Innovations.

 

Simon Williams ha rimesso piede nella sua azienda e sta cercando di portare avanti gli affari, cercando di sgomberare la sua mente da ogni altro pensiero. Non è facile. Non quando hai appena perso una cara amica e la gravidanza della tua compagna si sta rivelando più difficoltosa del previsto.

Una situazione che, se mai nel quadro entrasse un elemento estraneo, potrebbe anche esplodere. Un rischio più che concreto. Ad un tratto Simon nota una figura a lui tristemente nota: si tratta di suo fratello Eric, nei panni del Sinistro Mietitore.

L'eroe esce precipitosamente dal suo ufficio, ma una volta fuori di Eric non c'è più traccia. Eppure non può essere svanito nel nulla. Simon torna alla sua scrivania perplesso: no, non può essere svanito nel nulla. Considerata la sua carriera ci sono almeno una ventina di spiegazioni possibili, nessuna delle quali è però particolarmente incoraggiante.

 

 

Palazzo dei Vendicatori.

 

Non c'è altra soluzione che narrare a Tracy Collins quanto accaduto. Al termine lei si siede e chiede un bicchiere d'acqua, che le viene portato prontamente, ma lo osserva come se fosse un oggetto estraneo.

-Dove avete detto che è andato?- chiede infine.

-In una piccola nazione di nome Estrella.- risponde Visione.

-È state per andare a prenderlo, lo so, vi ho sentito.- Il sintezoide capisce subito cosa sta per chiedere e Tracy conferma immediatamente i suoi sospetti dicendo: –Voglio venire con voi.

-Questo è assolutamente inammissibile.- replica Visione –Si tratta di una faccenda molto pericolosa, inadatta a… una donna senza superpoteri o abilità particolari e per giunta con dei figli.

-Io… posso lasciare i miei figli ad un'amica fidata, e non m’importa del pericolo: posso venire con voi. Anzi, esigo di venire con voi.-

Viz sta per replicare, ma Jocasta lo precede:

-Ha davvero dei bei figli, Mrs. Collins.

-Grazie.- risponde Tracy Collins abbozzando un sorriso. Se è intimorita dalla donna di metallo che le sta davanti o dalle altre bizzarre figure presenti, certo non lo dà a vedere. -La più piccola si chiama Patricia…- spiega -È nata dopo la scomparsa di Michael, dopo che era diventato quel cyborg. Non l'ha mai conosciuta: merita di starle accanto, di vederla crescere. E poi... voglio che torni da me… che ritorni dalla sua famiglia sano e salvo.

Jocasta si volta verso Visione:

-Lei viene con noi.- afferma con un tono che non ammette repliche.

Il sintezoide non ribatte, ma l'ex intelligenza artificiale ne intuisce i dubbi

-Stiamo parlando di una famiglia che vuole riunirsi. Tu sai cosa significa, Visione, sai anche cosa vuol dire perderla. Di certo non vuoi che queste persone subiscano lo stesso destino.

Viz riflette per qualche istante, infine annuisce:

-Tu e Machine Man potete andare, avrete Gears Garvin come supporto… sempre che lui voglia venire.

-Ci puoi scommettere il tuo testone di plastica che lo voglio.- interviene Garvin, che fino ad allora se ne era stato in un angolo, in disparte.

-Aspettate solo un secondo – protesta Occhio di Falco – Anch’io voglio che le cose si risolvano per il meglio, signora Collins, ma questa è veramente una pessima...

-Ho detto che lei viene con noi – ripete Jocasta, fissando l’arciere negli occhi.

È un’occhiata breve, e probabilmente nessun altro dei presenti apprezza ciò che i due si stanno comunicando. Non è semplice leggere lo sguardo di occhi fissi come telecamere, pur accerchiate da tutta l’espressività di un volto umano.

Qualsiasi sia il motivo, è l’umano a distogliere lo sguardo, concedendo:

-Fatemi soltanto sapere se avete bisogno di una mano.

-Saremo più che sufficienti.- è l’orgogliosa, forse troppo, risposta di Jocasta.

-Non lo metto in dubbio.- replica, sogghignando, Occhio di Falco – E a proposito, Jocasta... bentornata tra noi.

 

 

Estrella.

 

L’aereo pilotato da Deathlok rulla sulla pista di un piccolo aeroporto quasi ai margini della jungla, uno di quei posti dalla sicurezza quasi inesistente. Il cyborg non ha risposto alle richieste delle torre di controllo ed ha proseguito imperterrito la sua discesa.  L'atterraggio è perfetto ovviamente: dopotutto tra i molti talenti di cui è stata dotata la memoria di Deathlok, l’abilità nel pilotare qualunque mezzo di trasporto è decisamente la più irrilevante. Quando i pochi uomini della sicurezza giungono sul posto rimangono decisamente stupiti nel vedere il cyborg uscire dall'abitacolo. Impreparati e tremanti, gli uomini della sicurezza fanno quel che viene spesso naturale ad uomini armati che si trovano di fronte quella che reputano una minaccia: sparano. Il loro stupore lascia ben presto spazio al terrore, quando si rendono conto che il loro avversario è virtualmente invulnerabile ai proiettili. In breve vengono tutti facilmente stesi da Deathlok, il quale poi si avvicina ad un cancello che chiude uno degli ingressi all’aeroporto. Per un attimo sembra indugiare, come se valutasse tutte le possibili opzioni (in realtà è il suo computer interno a farlo per lui), poi dalla sua arma esce un raggio che pratica nel cancello un buco sufficiente ad attraversarlo. Davanti a lui c'è la giungla, spazi sconfinati nei quali nascondersi prima di avviarsi alla prossima meta.

Deathlok si tuffa nell'ignoto.

 

 

Quinjet dei Vendicatori.

 

C'è silenzio a bordo del mezzo, il silenzio che scaturisce quando persone che non si conoscono sono costrette ad un lungo viaggio. Al gruppo si è aggiunto anche Jesus, desideroso di dare il suo contributo a quella che appare come una causa dall'esito incerto.

Tracy non è a disagio di fronte alla presenza di Machine Man e Jocasta: forse è abituata alle meraviglie, oppure l'apprensione per la sorte di suo marito sovrasta tutte le altre sensazioni. Ad un certo punto si alza e posa una mano sulla spalla di Jocasta.

-Lei è stata in contatto con Michael.- dice -Dunque sa quali sono le sue priorità.

-Una analisi a mio avviso azzardata.- commenta Jo.

-In ogni caso vorrei che facesse una cosa quando vede Michael…

-Ehi, Aaron…- chiede Gears Garvin -… ma a livello di forza sei alla pari con questo Deathlok?

-Non esattamente: si potrebbe anche dire, in un certo senso, che lui è più forte di me.- risponde Machine Man -Io ero stato progettato come soldato artificiale, lui, invece, come macchina di morte indiscriminata. Per questo spero di riportarlo alla ragione: perchè potrei non avere una seconda possibilità... ma soprattutto potrebbe non averla lui.

 

 

Estrella.

 

Emerge dalla boscaglia, silenzioso come un fantasma. Quando i soldati al comando di Simon Ryker si accorgono di lui, molti si fanno cogliere dalla paura, altri dallo stupore.

Solo Harlan Ryker è tranquillo, lo stava aspettando.

-Bentornato tra noi, Deathlok.- dice –Ne è passato di tempo dal nostro ultimo incontro, vero?- Il cyborg non da segno di aver compreso le sue parole. Resta fermo di fronte ai due fratelli con il volto praticamente inespressivo. Harlan Ryker non può fare a meno di sorridere, mentre dice –Già, stavo quasi dimenticando che la tua personalità umana è stata soppressa e che ora tu sei solo quello che era previsto che tu fossi: la migliore macchina da guerra che sia mai stata creata, un esercito di un uomo solo si potrebbe dire… se tu fossi ancora un uomo, naturalmente. Eppure… quasi quasi mi piacerebbe che qualcosa di Michael Collins fosse rimasto in te, perché potrei godermi la tua reazione…- parlando Harlan Ryker si è diretto verso l'ampia cassa che si è fatto spedire e con gesto teatrale la apre e dice -…a questo!

All’ interno della cassa vi è un oggetto di forma quasi cilindrica con un coperchio trasparente attraverso il quale si può vedere il viso di un uomo afroamericano che sembra morto od almeno incosciente.

-Si, è proprio una camera di stasi e quello che vedi, mio caro Deathlok, è proprio il tuo corpo originale, o forse dovrei dire il corpo di Michael Collins, non è forse vero?

Deathlok non risponde: sembra, e probabilmente lo è davvero, del tutto indifferente a ciò che sta vedendo.

-La tua mancanza di reazioni è la prova finale che la personalità di Michael Collins è stata definitivamente cancellata dal programma Deathlok.- continua Harlan - In ogni caso, questo corpo è intatto come il giorno in cui il tuo cervello è stato immesso in quella corazza. Puoi chiamarla una sorta di assicurazione personale contro le brutte sorprese e, chissà… se ti comporterai bene, potrebbe essere nuovamente tuo.

Accanto a lui, il maggiore Simon Ryker riflette tra se e se che non sarebbe da suo fratello essere così generoso. Più probabile che il cervello di Michael Collins rimanga per l’eternità in quel corpo cyborg, piuttosto. Del resto, non è per questo che è nato il Progetto Deathlok? Beh, bando agli indugi ed alle teatralità adesso: c’è un lavoro da fare dopotutto. Simon si rivolge al fratello:

-Harlan, è ora che vediamo Deathlok all’opera.

-Si… mi pare giusto che ripari al suo primo fallimento. Deathlok sei pronto a ricevere i miei ordini?

Il cyborg, per la prima volta, parla con una fredda voce elettronica:

<<Questa unità è pronta. Indicare il bersaglio.>>

I fratelli Ryker si scambiano un sorriso d’intesa e stavolta è Simon a parlare:

-Ascoltami bene ora, Deathlok... la vedi quella giungla? Là ci sono dei guerriglieri che ostacolano la nostra avanzata. Il tuo compito è semplice: occupati di loro, neutralizzali completamente.

Senza ribattere il cyborg si volta e si immerge nuovamente nelle profondità della giungla.

-Davvero impressionante.- commenta.

-E non hai ancora visto nulla.- aggiunge suo fratello. –Quando avrà finito non ci saranno più dubbi che il suo apporto sarà fondamentale nel rivoluzionare il concetto di guerra. Dico sul serio. Immaginati un intero esercito di esseri come lui: sarebbe un esercito che niente potrebbe fermare, né le armi convenzionali, né, tantomeno, quelle non convenzionali. Costruire i corpi robotici sarà un gioco da ragazzi e quanto al materiale umano… ne abbiamo quanto vogliamo… pensa ai soldati morti in azione in Iraq. Basterebbe congelare i loro cervelli e poi…

Involontariamente Simon Ryker rabbrividisce. Ci sono volte in cui pensa che suo fratello sia pazzo, ma è sicuramente un genio, gli basta pensare a quel che ha fatto a lui dopo che era stato ferito da Sub Mariner. Quel genio potrebbe portarlo fino ai vertici delle Forze Armate e magari anche oltre. Perché limitare le proprie ambizioni in fondo?

 

 

Più in là.

 

Machine Man individua un posto sicuro su cui atterrare e fa planare dolcemente il quinjet.

-Ora cosa facciamo?- chiede Jesus.

-Dobbiamo solo seguire i rumori della guerra.- risponde Jocasta.

 

 

Interno della giungla.

 

La sua potenza è devastante e mette rapidamente in fuga i ribelli, impreparati di fronte ad un simile attacco. Cespugli che vanno a fuoco, alberi che cadono, persone che quasi volano per aria: ecco la dimostrazione della forza di Deathlok.

Il cyborg avanza senza esitare, mentre i ribelli indietreggiano a gran velocità. Alla fine rimane solo nella giungla, anzi, non del tutto solo. C'è un ragazzo davanti a lui, avrà dieci anni al massimo.

Imbraccia un fucile.

<<Attenzione, soggetto armato e pericoloso.>> dichiara il computer interno di Deathlok <<Si raccomanda un'azione rapida.>>

<<Suggerimenti?>> chiede Deathlok.

<<Eliminazione del soggetto.>>

Il ragazzo è bloccato, impietrito dalla paura, non prova nemmeno a reagire. Deathlok gli punta contro la sua arma.

 

 

2

 

Un robot deve obbedire agli ordini, purché ciò non contrasti con la Prima Legge
Isaac Asimov - Seconda Legge della Robotica

 

 

 

"Il corpo di Deathlok era tuo?"

"Sì, Michael Collins. Preparati a sentire una storia che ha dell'incredibile. Io sono Luther Manning e sono originario di un'altra linea temporale, un'era in cui tutti i supereroi sono stati eliminati, un'era dominata dal caos. Un caos in cui due uomini più di ogni altro svettano per malvagità: i fratelli Ryker."

"Ryker? Harlan Ryker?".

"Sì, abbiamo un nemico in comune. Spietato in entrambe le linee temporali. Ha ucciso tutti i miei amici e devo vendicarmi, devo tornare alla mia era. Col mio corpo".

"E che ne sarà di me?".

"Questo è da vedere, Michael Collins".

 

 

Estrella.

 

Deathlok punta la sua arma contro il ragazzo.

<<Computer, valutazione del bersaglio.>>

<<Maschio latino, età stimata 11 anni; non presente nel database. L’analisi euristica preliminare conferma che si tratta di un soggetto potenzialmente pericoloso. Si consiglia l’eliminazione.>>

Normalmente, Michael Collins avrebbe risposto al computer che tutto questo poteva capirlo da solo, ma Michael Collins non controlla più quella che a tutti gli effetti è solo una spietata macchina dispensatrice di dolore e morte.

Ci vuole così poco per premere il grilletto, eppure il cyborg esita, come se un blocco mentale gli impedisse di agire... ed, in effetti, è così.

<<Parametro: uso di forza non letale ancora inserito.>> lo avverte il computer e chiede <<Disattivare parametro?>>

La risposta di Deathlok è destinata a non arrivare, almeno per adesso, perché improvvisamente degli arti metallici lo avvolgono.

-Ma cosa stai facendo, Michael?- esclama Machine Man.

<<Soggetto riconosciuto.>> dice il computer <<Robot d’assalto multi-funzione, modello X, classificazione X-51, designazione colloquiale: Machine Man. Pronte le contromisure.>>

Il corpo di Deathlok emette una scarica elettrica, che va ad avvolgere X-51. Gridando, l'eroe è costretto ad abbandonare la presa per, poco dopo, cadere al suolo. Il ragazzo col fucile intanto si è ripreso dall'attacco di panico ed è fuggito. Deathlok dunque, non vedendo alcuna minaccia imminente, continua ad inoltrarsi nella giungla.

Poco dopo giungono sul posto Jocasta e Tracy Collins. La prima, vedendo a terra Machine Man, si precipita da lui. Ogni sua preoccupazione comunque svanisce quando lo vede riaprire gli occhi.

-Non mi ha riconosciuto.- dice X-51 -O meglio, mi vede ora come un nemico. Come suo nemico considera probabilmente il mondo intero.

-I miei sensori rivelano un agglomerato di case ad alcuni chilometri da qui" afferma Jocasta -È probabilmente lì che Deathlok si è diretto.

-Dobbiamo precederlo allora.- esorta Tracy -Ed attuare il piano che io e lei abbiamo ideato.

-Quale sarebbe?- chiede Machine Man -Non me ne avete parlato.

Jocasta lo aiuta a rialzarsi.

-A dopo le spiegazioni.

 

 

Accampamento dei Ryker.

 

-Li hai sentiti, fratello?- chiede Harlan Ryker.

-Sì, i rumori della battaglia.- risponde lui.

-No, erano i suoni della vittoria. Tra poco Deathlok tornerà e questo vorrà dire che i ribelli sono stati annientati.

-Non riponi forse una fiducia eccessiva in quel cyborg?

-Sei tu quello troppo pessimista invece. Deathlok è la più perfetta macchina da guerra che sia mai stata creata

-Sei tu quello troppo pessimista invece. Deathlok è il soldato più efficiente che si possa costruire e le possibilità che ci offre sono infinite. Il successo di questo test aprirà una nuova era nel concetto di esercito e nel concetto stesso di guerra. Se un solo Deathlok può sconfiggere un reparto di ribelli, immaginane all’opera mille. Ogni governo farebbe la fila per comprarli.

-Aspetta un momento: non sono sicuro che questa sia la cosa giusta da fare. Quando abbiamo cominciato tutto quello che volevo era dotare gli Stati Uniti di un esercito di soldati artificiali che ci avrebbero risparmiato le morti delle ultime guerre…e certo: anche gli onori che questo mi avrebbe procurato, non lo nego. Del resto l’ossessione per gli esseri artificiali è una delle cose che abbiamo sempre avuto in comune io e te. Per questo ti ho raccomandato ai miei superiori al Pentagono ed ho sostenuto il Progetto Deathlok quando lo hai presentato, ma quello che proponi adesso… vendere ad altri paesi questa tecnologia… Questa è un'epoca incerta, potremmo senza saperlo destabilizzare il nostro paese e non sono affatto sicuro di volerlo fare.

-Non ti facevo così pieno di scrupoli, fratellino. Questa è un'epoca dove il concetto di patria non ha più senso, Simon. Che male c'è ad approfittarne?

Il maggiore Ryker sembra non sapere cosa rispondere a suo fratello.

 

Da lontano, nascosti nella boscaglia, Gears Garvin e Jesus Badalamente cercano di carpire quante più informazioni possibili.

-Ci sono troppi soldati.- commenta il primo -Andare oltre è un rischio. Non capisco, però: alcuni di loro hanno divise e mostrine simili a quelle del nostro esercito, ma a quanto ne so, non ci sono operazioni militari americane da queste parti.

Jesus gli rivolge un sorriso sprezzante e replica:

-Mai sentito parlare di “consiglieri militari” o di “operazioni bagnate”?- poi torna ad osservare la postazione militare e gli sfugge un’esclamazione di stupore –Aspetta! Conosco uno di loro, quello in abiti civili.- ribatte il secondo -È quello che ha tramutato Michael in un cyborg.

-Vuoi dire che quello è Harlan Ryker, dunque? A quanto pare Visione non si era sbagliato. Guardalo: ha un aspetto così felice... se dipenderà da noi presto non lo avrà più. Torniamo al nostro campo base.

 

 

Chronopolis.

 

Questa città che non è una città è di nuovo viva. Rinata dopo la sua distruzione a seguito della cosiddetta Guerra del Destino. Non c'è tuttavia da stupirsi troppo se pensiamo a chi è il suo fondatore: Kang il Conquistatore. Per lungo tempo è stato irreperibile, poi come dal nulla è riapparso. Qualunque esperienza abbia passato durante la sua assenza ne porta ancora i segni: il suo passo non è più così certo ed il suo volto, seppur coperto dall’abituale maschera, esprime una profonda stanchezza, una stanchezza che indubbiamente non deriva unicamente dai suoi sessanta e oltre anni di età.

Tuttavia ogni volta che passa in rassegna le sue truppe, come adesso, ecco che sembra risorgere in lui la tempra del vero conquistatore ed ancora una volta si guadagna il rispetto dei suoi sudditi, perché, dopotutto, rimane pur sempre il più grande conquistatore di tutti i tempi… letteralmente

Lentamente sta riacquistando i suoi domini perduti, anche se i suoi vecchi nemici, quelli di cui pensava di essersi liberato per sempre, sono ancora in gioco. Alioth, la Commissione dell'Invarianza Temporale, Tempus... alla fine però null'altro che patetici burattini nelle sue mani. La facilità di queste sue nuove conquiste è quasi irrisoria. E lentamente sta riallacciando i suoi rapporti passati. Rapporti che hanno contribuito a renderlo meno spietato di come era in principio: e forse questo si è rivelato un errore.

Così, terminata l'ispezione, senza una sola parola di incoraggiamento o disprezzo, torna nel palazzo reale. Oltrepassa guardie che si inchinano quasi fino a toccare il pavimento al suo passaggio, ma lui non le nota. Infine entra nella sala principale, immensa e sfarzosa: il luogo dove meditare e riposare in vista di future battaglie. Solo a lui e ad un'altra persona è concesso di entrare qui dentro e quest'altra persona è presente.

-Finalmente sei tornato.- dice Ravonna.

-I miei impegni di leader sono sempre più numerosi e gravosi.- ribatte Kang.

-Non è solo questo, lo capisco dal tuo sguardo. C'è qualcos'altro che ti turba. Con me puoi confidarti.

-Ravonna, tu significhi molto per me. Sei tornata da me una seconda volta dopo tutto ciò che ti ho causato... ti sembrerà strano quello che sto per dirti, ma vedo incerto il mio futuro.

-E per quale motivo? Ancora poche settimane e sarai tornato all'antica gloria e potenza. Inoltre, dopo anni di angoscia, ora hai la certezza che non diventerai Immortus. Il tuo futuro è più radioso che mai.-

Kang rimane in silenzio.

-È ancora per via dei Vendicatori?- intuisce Ravonna -Devi lasciarli perdere per il tuo stesso bene. Vuoi ancora scegliere loro al posto mio? Oppure vuoi ancora allearti con una donna del XXI Secolo pronta a pugnalarti alle spalle alla prima occasione?[4]

-Hai ragione, per troppo tempo ho permesso che i miei dissapori personali prevalessero sui miei obiettivi. E questo si è rivelato deleterio. I miei domini si estendono per innumerevoli secoli, perchè dovrei dare il sangue per uno di essi quando ho già tutto quello che voglio? Sì, Ravonna, pensiamo solo a noi e mettiamo da parte i Vendicatori.

Sono state parole decise, ferme, eppure la donna vi ha notato anche una traccia di dubbio.

Nonostante questo, quando il signore di Chronopolis si siede nuovamente sul proprio trono, lei lo abbraccia come dall’inizio del loro amore non fosse cambiato nulla.

-Questo è il nostro futuro, mio amato. Un impero da governare e tutta la vita per godere di ciò che abbiamo.

-Non potrei pensare ad un finale migliore – le risponde Kang, avvicinandosi per poterla baciare.

Ravonna avvicina le proprie labbra a quelle del viaggiatore temporale... ma all’ultimo secondo si tira indietro, sorridendo.

-Temevo avresti detto una cosa del genere.

Kang vorrebbe chiederle di che cosa sta parlando, quando qualcosa di sottile ed acuminato lo punge sul collo. Lui cerca di scattare in piedi, ma le gambe faticano a rispondergli. La sua salute è quasi migliore di quando aveva vent’anni, grazie alle meraviglie mediche del futuro.

Eppure cade in modo sgraziato, senza poter azionare nemmeno uno dei mille intricati meccanismi di difesa della sua armatura.

-Ravonna... – è tutto ciò che riesce a dire, e con estrema fatica: il suo corpo non gli trasmette più nulla.

-Se ti stai chiedendo come ho fatto – risponde la donna mostrandogli la microscopica siringa ipodermica che stringe tra le mani – L’ho preso dalla tua armeria. Una neuro-tossina del trentesimo secolo: inibisce le funzioni motorie ed impedisce il funzionamento di sistemi cibernetici.

-Soltanto io...ho l’accesso...a certe armi... – riesce a rantolare il re, signore del tempo eppure incapace di muovere le labbra.

-Precisamente – risponde una voce familiare. Un altro Kang si è appena materializzato nella sala del trono, stringendo a sé la bella Ravonna.

-Non sei più l’uomo di cui mi sono innamorata – si scusa la regina di Chronopolis – Così sono tornata indietro nel tempo per ritrovarlo.

-La morte per avvelenamento non è come speravi di morire – risponde Kang, facendo apparire tra le proprie mani un disintegratore atomico – Quindi, ho pensato di farti un dono...da conquistatore a conquistatore: una morte rapida, direttamente dal tuo peggior nemico.

L’ultimo pensiero del Kang più anziano, prima di essere ridotto ad un mucchietto di cenere, è di odio verso se stesso. All’odio per i Vendicatori penserà il nuovo, vecchio Kang.

 

 

Estrella.

 

L'avamposto dei ribelli è anche la loro casa, che hanno costruito col sudore ed il sangue. Non lo abbandonerebbero mai, per nessuna cosa al mondo. Eppure, mentre già da lontano si ode l'incedere di Deathlok, qualcuno inizia a dubitarne. E tutti sono preda della paura. Tuttavia è come se tra di loro ci fosse un tacito ordine, di rimanere immobili qualunque cosa accada. E così fanno.
Deathlok infine emerge dalla boscaglia, non c'è traccia di fatica sul suo volto. Osserva con attenzione i suoi sfortunati avversari.

<<Obiettivo secondario raggiunto.>> annuncia il computer <<Trovato l'avamposto ribelle. Procedere con l'eliminazione?>>

.Ancora una volta il cyborg indugia, poi…

<<Procedere.>>

<<Direttiva: “Uso di forza non letale ancora inserita: eliminare?>>

<<Eliminare con effetto immediato.>>

La sua mano armata si solleva, i suoi sensori individuano i bersagli e li puntano, un dito robotico accarezza un grilletto, ma prima che un solo colpo possa essere sparato, ancora una volta qualcuno si frappone tra lui ed il suo obiettivo. C'è il suo assalitore di prima, un robot dalle fattezze femminili che non riconosce e... una donna. Questa non gli è del tutto estranea, sa di averla già incontrata. Ma dove? Frammenti di memoria vagano per la sua mente e faticano a ricomporsi.

-Ora Jocasta!- dice Tracy Collins.

L'eroina proietta due immagini olografiche, di due bambini. Anche questi gli appaiono familiari, ma cosa...?

-Questi sono i tuoi figli, Michael- dice la donna.

Figli? Sa cosa significa questa parola, ma implica qualcosa che lui non ha. Oppure no? Frammenti di memoria vagano per la sua mente e gli rimandano un nome: Nick. Sì, è quel ragazzo che ha salvato dagli alieni poco tempo fa, sembrava un'azione così priva di logica... finora. E questo Michael sarebbe lui? No: lui è solo Deathlok.

Ancora una volta quella donna così inquietantemente familiare gli parla:

-Tu non sei una fredda macchina, sei un uomo, mio marito, il padre dei miei figli: Nick e Patricia. Ricorda ciò che eri un tempo.

Marito, conosce anche il significato di questa parola. Ma allora quella donna è... "Tracy, sono io, tuo marito". Perché quella frase è uscita dai suoi banchi memoria? Moglie, figli, famiglia, tutto questo era suo? Lui non ricorda, non ricorda.

<<Procedere?>> chiede ancora il computer.

In quel momento Deathlok emette come una sorta di mugolio, un suono che mette paura. E di nuovo fugge, di nuovo si rifugia nella fitta boscaglia, vanamente inseguito da Machine Man.

-Abbiamo... abbiamo peggiorato le cose?- si interroga un'affranta Tracy Collins.

-Abbiamo introdotto un cambiamento nei suoi processi logici, questo è certo.- risponde Jocasta .-----Dobbiamo sperare che tale cambiamento arrivi a termine.-

 

 

Accampamento dei Ryker.

 

-Aspetta!- esclama Jesus bloccando Gears Garvin -Vedi là in fondo?

L'uomo aguzza la vista, ma non nota nulla di particolare.

-Che cosa hai...

-C'è il corpo di Michael lì in quella specie di capsula.

-Cosa? Ne sei sicuro?-

-Ma certo: ho visto molte fotografie di Michael prima che gli ficcassero il cervello in quel *§°issimo robot. Riconoscerei la sua faccia dovunque.

-Perché si trova qui allora? Certo che se riuscissimo a recuperarlo... mi metto subito in contatto con Aaron.

 

 

Accampamento dei Ryker.

 

-Ecco, vedete che non mi sbagliavo?- esclama Jesus -Quello è il corpo di Michael.

-I miei sensori ottici confermano la sua ipotesi.- afferma Machine Man.

Tracy tenta di distogliere lo sguardo per quanto può, ma alla fine non riesce a resistere: è più che altro una macchia indistinta, ma in qualche modo lei capisce subito che si tratta di suo marito. Così vicino eppure così lontano.

-Ci sono molti uomini armati.- commenta X-51 -Un proiettile vagante potrebbe colpire la camera di stasi, creando danni irreparabili. Magari è a prova di proiettile, non lo so, ma il rischio è troppo grande.

-Allora dobbiamo creare un diversivo.- ribatte Jocasta -Qualcuno attirerà su di sé l'attenzione, distraendo quelle persone e permettendo ad un altro di prelevare il corpo. Aaron, coi tuoi arti estensibili sei il più indicato per quest'ultimo compito.

-E dunque tu sarai il diversivo. Bene, dammi qualche istante, poi se ti senti pronta vai.

A passo deciso Jocasta entra nell'accampamento: subito i soldati la notano e le puntano contro le armi, intimandole l'alt. Lei in risposta continua ad avanzare. Vengono sparati alcuni proiettili che, però rimbalzano sul suo corpo metallico ed uno rischia anche di ferire un soldato. I militari decidono dunque di fermarsi. E si ferma anche Jocasta.

-Voglio parlare col vostro capo.- dice costei.

Poco dopo arriva Simon Ryker.

-E tu chi diavolo saresti?

-Il mio nome è Jocasta e faccio parte dei Vendicatori. So che Deathlok è vostro prigioniero: anche lui fa parte del gruppo. E fare male ad uno di noi significa andare contro le Nazioni Unite, significa rovinarsi la carriera.

Simon si volta verso Harlan con sguardo irato:

-Non mi avevi detto che c'erano di mezzo i Vendicatori!

-Non lo sapevo.- ribatte lui -Ma questo non ha alcuna importanza: questa... questo robot non può accusarci di nulla, non ha prove.

-Deathlok è la prova.- afferma Jocasta.

-Deathlok è solo una macchina, non pensa. Come puoi...- Improvvisamente Harlan Ryker si blocca, come se avvertisse la mancanza di qualcosa. Si volta ed i suoi timori trovano fondamento.

-Il corpo di Collins!- esclama -Qualcuno lo ha rubato!

 

 

Poco prima.

 

Mentre Jocasta distrae i Ryker ed i soldati al loro servizio, Machine Man sgattaiola alle loro spalle e senza fare il minimo rumore afferra con le sue forti braccia la capsula contenente il corpo di Michael Collins portandola via. Il tutto senza problemi.

Qualche istante dopo ode dei rumori di lotta. Inevitabile che il furto venisse scoperto, ma Jocasta saprà cavarsela. Così giunge al campo dove ha fatto atterrare il quinjet e dove sono presenti Tracy Collins e Jesus. Quando Machine Man posa con delicatezza la capsula, la donna non riesce a trattenere le lacrime.

-Ma si può in qualche modo rimettere il suo cervello dentro il suo corpo?- si interroga Jesus.

-Non so cosa dire.- risponde X-51. –Ho sentito dire che cose del genere sono state fatte in passato,[5] ma temo che non sia una cosa tanto facile.

 

 

Accampamento dei Ryker. Adesso

 

 

-Il corpo di Collins!- esclama un sorpreso ed irato Harlan Ryker -Qualcuno lo ha rubato!

-Che cosa?- esclama suo fratello.

-Questo robot era un diversivo: attaccatelo!

I soldati vanno incontro a Jocasta, la quale però ha gioco facile su di loro. Ad un tratto tuttavia qualcosa la colpisce con violenza: nota subito che è stato Simon Ryker, il quale sta indicando un suo braccio.

-Eh sì.- conferma costui prima di sferrare altri colpi coi suoi arti bionici. Mio fratello mi ha fatto delle… migliorie qualche tempo fa dopo che rimasi ferito. Tornano utili adesso, non è vero?

I soldati vanno in suo aiuto colpendo Jocasta coi calci delle loro armi. Ci vuole un po' di tempo, ma alla fine il robot dalle fattezze femminili è costretto a resettarsi, restando un corpo privo di sensi in mezzo ad un esercito nemico.

 

Palazzo dei Vendicatori.

 

Lei sente di doverlo fare, non può più rimanere immobile in questa stanza. Ha compiuto molti progressi ultimamente, è tempo che ne faccia un altro.

Sersi esce dalla sua stanza e si incammina verso il piano sottostante. Lungo il tragitto incontra Ant-Man, che istintivamente si ritrae: crede ancora che l'eterna abbia paura del minimo contatto fisico. Ma si sbaglia, non è più così.

Sersi si volta verso di lui:

-Dov'è tenuta Wasp?

-Vai giù lungo quel corridoio.- risponde Scott Lang dopo qualche istante -La terza porta a destra.

Sersi sta per ripartire, poi ci ripensa e posa una mano su un braccio di Ant Man.

-Grazie.-
-Gente, è bello vedere che qualcosa si sta aggiustando per il meglio.- commenta Scott dopo un po'.

Sersi riprende il suo tragitto e poco dopo arriva nella stanza da lei cercata. Nota subito Jan: è all'interno di una capsula di stasi per espresso volere di Hank Pym. Si avvicina e tocca leggermente il vetro, così freddo. Di fronte ad un pericolo estremo Wasp non ha avuto paura e si è lanciata in azione. Lei, invece? È rimasta immobile, non le è stata accanto. Ma può rimediare in qualche modo: non può riportare indietro Jan, ma può seguire il suo esempio. Sì, è questo che farà, senza più alcuna paura.

 

 

Estrella

 

-Aaron!- la voce di Gears Garvin alla radio ha gli accenti della paura con un pizzico di isterismo -Aaron, qui va molto male. Jocasta è stata catturata.

-Cosa?
-Quel tizio che comanda... sembra avere il titanio al posto delle braccia. Le ha dato colpi fortissimi e lei doveva ancora abituarsi al nuovo corpo...

-Gears, vengo subito lì.- Poi Machine Man si rivolge a Jesus e Tracy -Voi rimanete qui a sorvegliare la capsula.

Il destino sembra essere davvero amaro nei confronti di Jocasta: ha riguadagnato il suo corpo solo per perderlo di nuovo?

 

 

3

 

Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché ciò non contrasti con la Prima e la Seconda Legge
Isaac Asimov - Terza Legge della Robotica

 

 

“Collins, Collins, mi senti?”

“Cosa? Chi? Sei tu Manning?”

“Si, sono io. Cosa è successo? Non riuscivo più a sentirti?”

“Non lo so. Per un momento mi è sembrato di essere altrove: un villaggio sudamericano, gente che scappava e… mia moglie… mi è sembrato di vedere mia moglie ed i miei figli. Ma non è possibile. Poi… ero di nuovo qua.”

“Interessante. Per qualche istante ti sei collegato al sistema operativo Se è così, possiamo provare a rifarlo ancora una volta e prendere il controllo.”

“Si, hai ragione. Ci provo subito, Manning.

“Ce la faremo, vedrai, Collins.”

 

 

Campo base dei Ryker.

 

-Si è bloccata di colpo.- esclama Harlan Ryker guardando il corpo esanime di Jocasta, poi si rivolge al fratello. –Sei stato forse tu con la tua… arma segreta?

-Uhm-… non so… non ne sono sicuro.- risponde Simon Ryker.

Harlan Ryker si china ad esaminare Jocasta.

-Interessante.- commenta –Il suo design ricorda quello del robot assassino costruito da Henry Pym, Ultron, ma per il resto sembra tecnologia Stark. Sarebbe interessante poterla smontare per capirne meglio il funzionamento.

-Non credo di potervelo lasciar fare.-

Dai margini della jungla è appena apparso Machine Man.

 

 

Da qualche parte nella Jungla

 

Deathlok è fermo, immobile, indifferente a ciò che lo circonda. Dopo la sua precipitosa uscita dal villaggio ribelle si è bloccato in attesa che siano risolti i problemi del suo software interno.

“Manning, sento qualcosa.”

“Anch’io, Collins, forse è arrivata la nostra ora, finalmente.”

Se nel cyberspazio ci fossero dei veri rumori ora si udrebbe il suono di una voce elettronica.

<<Individuata fonte di disturbo. Programmi estranei in esecuzione. Azione consigliata: cancellazione e reset.>>

<<Procedere.>>

“Contrordine, computer, io sono Michael Collins e quello che tu chiami programma estraneo sono io. È il mio cervello che governa questo corpo e tu devi obbedire a me. Adesso.

<<… …>>

<<Programma operativo, designazione: Michael Collins, riconosciuto ed inizializzato. Istruzioni?”

-Mio Dio, ce l’abbiamo fatta!- la voce trionfante di Michael Collins esce dalle corde vocali di Deathlok, ma ha un suono decisamente molto umano –Manning mi senti?

“Si, amico mio. Ce l’abbiamo fatta davvero.

-Devo davvero ringraziarti e farò qualcosa per aiutarti, te lo giuro, ma ora vediamo di tornare alla civiltà…uhm… a quanto pare siamo davvero in Sudamerica, chissà perché.

E con i suoi passi pesanti Deathlok, o forse dovremmo dire Michael Collins, comincia a muoversi.

 

 

Campo base dei Ryker

 

I due fratelli Ryker si voltano verso il nuovo venuto, mentre Machine Man proclama:

-In nome dei Vendicatori, vi intimo di arrendervi e consegnarvi a me. Verrete consegnati alle autorità competenti e giudicati per i vostri crimini.

Harlan si lascia sfuggire un sorriso.

-Tu sei X-51, giusto? L’ultimo sopravvissuto del progetto fallito del Dottor Abel Stack di costruire dei soldati artificiali. Nessuno di noi verrà con te da nessuna parte, robot, Simon, fagli vedere cosa sai fare.

-Non glielo consiglio, Maggiore Ryker.- replica Aaron Stack –Ho capito che ha delle protesi bioniche, ma non le basterebbero contro di me, glielo garantisco. Io so chi è lei, finora non ha commesso alcun vero crimine, non segua suo fratello in questa operazione illegittima.

Simon Ryker riflette: una delle cose che lui e suo fratello Harlan hanno in comune è la passione, forse addirittura l’ossessione per le forme di vita artificiali e per i cyborg. Lui stesso ne aveva progettato uno: l’Uomo Simbiotico, ma deve riconoscere che Deathlok è migliore. Per questo ha sostenuto con i suoi superiori al pentagono il Progetto della Cybertek, di Harlan. Forse suo fratello non ha tutte le rotelle a posto, ma la loro ambizione è la stessa.

-Come fai a dire che è illegittima?- replica a Machine Man –In ogni caso, spiacente, io sto dalla parte di mio fratello.

Machine Man avanza, ma improvvisamente si arresta. Le sue gambe d’acciaio si rifiutano di reggerlo e lo costringono in ginocchio, le sue braccia telescopiche si avvolgono intorno a lui.

-Ma cosa…?-

-Una piccola sorpresina.- risponde, sogghignando Harlan –Solo noi due, la mia equipe di allora e pochi alti ufficiali delle Forze Armate sanno che parte degli arti e della spina dorsale di Simon sono stati ricostruiti con parti bioniche dopo che rimase ferito in seguito ad uno scontro col Dottor Destino e Sub Mariner, ma, a parte noi due ed adesso tu, nessuno ha mai saputo che ho approfittato dell’occasione per inserire nel cervello di mio fratello un dispositivo che gli permette di interfacciarsi con ogni computer. Per ora solo con quelli entro un certo raggio, ma in seguito sono certo che riuscirò ad espandere il suo raggio d’azione ad ogni computer e macchina elettronica del pianeta. Forse dovrei trovargli un nome altisonante. Che ne dici di: “La Macchina Salvatrice”?

-Dico che sei solo un pazzoide arrogante come ne ho conosciuti tanti in passato…- replica Machine Man -… e come loro finirai col mordere la polvere.

-Sei patetico, robot.- ribatte Harlan –Simon, trova un modo di farlo esplodere. Liberiamo il mondo dall’ultimo patetico sbaglio di Abel Stack.

Ed è allora che accade qualcosa. Davanti agli “occhi” di Machine Man passano rapidamente le immagini di uomini e donne che sono stati importanti nella sua vita: Peter Spaulding, lo psichiatra che è stato il suo primo vero amico; Tracy Warner, la giornalista televisiva che ha creduto in lui; il Colonnello Kragg, che da acerrimo nemico si è trasformato in alleato; Gears Garvin, Jocasta. Sopra tutti un solo volto, quello dell’uomo che gli letteralmente dato la vita e che per quella vita ha sacrificato la propria: il dottor Abel Stack.

Alcuni penseranno che è merito del chip anti controllo mentale inseritogli tempo fa da Tony Stark, ma noi preferiamo pensare che quel che accade adesso sia solo merito della sua indomita forza di volontà. Fatto sta che Aaron Stack si libera del controllo di Simon Ryker.

-Mio padre non ha sbagliato!- grida alzandosi in piedi –Io non sono un semplice robot, sono Aaron Stack e sono vivo!

Simon Ryker grida di dolore portandosi le mani alla testa e crolla al suolo svenuto. Il feedback è stato eccessivo per lui. Nel frattempo Aaron ha riguadagnato il pieno controllo del suo corpo ed è proprio allora che Jocasta si sveglia.

 

 

Nella Jungla

 

Harlan Ryker è fuggito dal campo senza nemmeno badare a dove stava andando, guardandosi indietro ogni tanto, ed avrebbe continuato a correre a lungo se non avesse sbattuto contro qualcosa… qualcosa che è…

-Deathlok!- esclama –Per fortuna. Ora vieni con me: ci sono degli intrusi da sistemare prima di continuare la missione.

-Temo di doverti deludere, Harlan, ti è andata male.- risponde il cyborg.

-M… Michael? Sei di nuovo al controllo di Deathlok?-

-Già… mi dispiace per te, Harlan… anzi, ripensandoci, non mi dispiace affatto.

 

 

Campo base dei Ryker

 

Jocasta e Machine Man non hanno dovuto faticare troppo per convincere i soldati locali che era meglio cessare le ostilità e lo sparuto gruppo di militari americani a mettersi in contatto con il loro comando Stanno ancora discutendo su cosa fare adesso, quando dalla jungla esce Deathlok, portando con se Harlan Ryker, che tiene sollevato per la collottola.

-Avete per caso perso qualcosa?- chiede –Ho ritrovato questo scimmiotto in giro per la Jungla.

-Michael!- esclama Jocasta –Sei tu, sei tornato.

-Pare di si… cosa mi sono perso?

Col minimo di parole possibili Machine Man e Jocasta gli raccontano cosa è successo da quando fu “torturato” dai Devianti, compresa la presenza di sua moglie.

-Allora non ho sognato.- commenta Michael, poi il suo sguardo cade su Simon Ryker ancora incosciente. –Tuo fratello.- dice, poi, rivolto ad Harlan -Lo conosco a malapena. L’ho visto un paio di volte alla Cybertek perché era venuto a trovarti. In quel periodo ti consideravo mio amico, che ingenuo! Un difetto da cui hai contribuito a guarirmi, purtroppo.- si rivolge, ora, ai suoi compagni Vendicatori –Che ne sarà di loro adesso?

-Harlan tornerà sicuramente in prigione.- risponde Machine Man –Quanto a Simon… come minimo la sua carriera militare è finita per sempre.

-No, non andrà così.- la voce viene dalla bocca di Deathlok, ma non è quella di Michael Collins, è diversa, più dura ed inumana. –I fratelli Ryker devono pagare per i loro crimini.

-Manning, sei tu?- questa è la voce di Michael Collins.

-Si, Collins. Mi dispiace di averti dovuto ingannare. Mi sono comportato come un “Cavallo di Troia” ed a poco a poco ho assunto il controllo dei tuoi sistemi. Ora avrò la mia tanto attesa vendetta su Simon Ryker e suo fratello.

-Non te lo permetterò.-

-Non hai altra scelta.- Il braccio destro di Deathlok si punta su Harlan Ryker e la sua arma si prepara a sparare. È a questo punto che i due altri Vendicatori si riprendono dalla sorpresa e si decidono a muoversi.

-Fermo!- intima Machine Man

-Non ti lasceremo uccidere nessuno.

-Questo è da vedersi.- Deathlok aziona un pulsante sul suo braccio destro e subito i due vendicatori metallici cadono a terra.

-No, non ancora.- esclama Jocasta.

-Solo un leggero impulso elettromagnetico che vi terrà calmi abbastanza per farmi fare quello che devo fare. Tuo fratello è svenuto, quindi comincerò con te, Hellinger.

-Cosa dici?- esclama uno spaventato Harlan Ryker –Chi è questo Hellinger? Se tu non sei Michael Collins, chi sei?

--Non fingere di non saperlo: sono Luther Manning, l’uomo che la tua controparte della mia terra ha intrappolato in questo corpo, dove tu hai poi messo Michael Collins... ed è per questo che sarai giustiziato.-

-Quello… quello che dici non ha senso.- ribatte Harlan –Il Deathlok originale è tornato nel suo mondo anni fa. Quello in cui ho messo il cervello di Michael è un cyborg progettato interamente da me basandomi su di lui. Il solo Luther Manning che conosco è un colonnello delle Forze Speciali, amico e compagno d’armi di mio fratello. Gli abbiamo offerto di entrare nel Progetto Deathlok, ma ha rifiutato.

-No, io sono Luther Manning.-

Non è possibile.- insiste Harlan –A meno che… qualcosa della personalità del Deathlok originale sia rimasta nel software che abbiamo studiato e sia entrata nella programmazione. Si: è questo che sei: una replica, un eco, un virus senziente che crede di essere Luther Manning.

-Questa è una bugia e non servirà a salvarti la vita.

-Dagli retta, Manning, dice la verità.- interviene Michael Collins.

-Stanne fuori, Collins.-

-Rifletti: se c’è il mio cervello nella scatola cranica di Deathlok, dov’è il tuo?

-Io… basta, non intendo ascoltarti. Computer inizializzare sequenza uccisione Harlan e Simon Ryker.

<<Sequenza inizializzata.>>

-Computer, sono Michael Collins. Ascoltami: inserisci il parametro “Non uccidere”

<<Parametro: “Non uccidere” inserito. Sequenza uccisione Harlan e Simon Ryker abortita.>>

--No, non te lo permetto: computer: disattiva parametro “Non uccidere”.

<<Parametro disattivato.>>

-Computer, reinserisci parametro.-

<<Errore, Errore. Istruzioni configgenti. Impossibile eseguire. Crollo del sistema imminente. Unico rimedio possibile: disattivazione immediata.>>

Deathlok crolla a terra, ogni sua funzione disattivata. In Parole povere: è spento

Ancora una volta Aaron e Jocasta si rimettono in piedi.

-Siamo stati fortunati, stavolta.- commenta Machine Man. –Se il computer non avesse deciso per lo spegnimento…

-Beh...- interviene Jocasta.- Chissà… magari ha avuto un suggerimento dall’esterno.-

Aaron ride:

-Che io sia… mi spiegherai tutto più tardi. Ora assicuriamoci di rendere innocui sia i fratelli Ryker che Deathlok.

Ed ecco arrivare Gears Garvin, Jesus Badalamente e Tracy Collins.

-Abbiamo visto tutto da lontano.- spiega Gears –Ma non abbiamo fatto in tempo a fare nulla.

-Niente di male.- replica Machine Man –Ce la siamo cavata lo stesso.

-Un robot col senso dell’umorismo e dovevo conoscerlo io.

Tracy si avvicina all’immobile Deathlok.

-Michael sta bene?- chiede.

-Credo di si.- risponde Jocasta. Di certo non riattiveremo Deathlok prima di esserci accertati che nel suo sistema non ci sia più alcuna traccia del “Virus Manning” e se siamo fortunati Michael potrà risvegliarsi direttamente nel suo corpo.

-Lo volesse il cielo.

-Voi non avete idea di che nemici vi siete appena fatti – inveisce Harlan Ryker cercando di liberarsi dalla stretta di Machine Man – Ho amici più potenti di quanto possiate immaginare...appena rimetteremo piede negli Stati Uniti, farò sequestrare quel cyborg e...

-E finirai in galera per una serie di crimini più lunga del mio archivio interno – risponde Jocasta, caricando i raggi laser degli occhi con abbastanza energia da tagliare l’acciaio come burro fuso...energia che trattiene all’ultimo secondo, illuminando il volto di Harlan con una luce spettrale.

Lo scienziato, che conosce benissimo quel tipo di tecnologia, inizia a sudare freddo.

-Certo, potremmo mettere qualche buona parola per te e tuo fratello se tu ci aiutassi a riportare il cervello di Michael nel suo corpo...se lo hai espiantato, potresti esserci molto utile – inizia ad insinuare Jocasta.

-Con chi credi di parlare, robot? Credi che io non mi tenga informato su tutte le intelligenze artificiali più avanzate? La tua programmazione non ti permette l’assassinio, e non sei un granché neanche a bluffare.

-E’ vero, Jocasta ha ancora molto da imparare sul comportamento umano – concede Machine Man, allungando le gambe fino alla massima estensione – Ma io sono stato programmato per eseguire numerose tecniche di interrogatorio, dolorose e non.

Ad almeno dieci metri dal suolo, sospende Harlan Ryker per un piede riducendo al minimo la presa.

-Non riuscirai a spaventarmi! Sei solo una macchina! – protesta lo scienziato.

-Ho già dimostrato a tuo fratello che la mia programmazione è meno lineare dei robot con cui siete abituati a trattare. Tuttavia, se desideri altre prove...

Machine Man lascia andare la presa, ed Harlan Ryker precipita verso il suolo per diversi metri. Il robot lo afferra all’ultimo secondo, evitando di rompergli una gamba quando ne frena la caduta.

Harlan si trova faccia a faccia con Jocasta, con gli occhi pronti ancora a fare fuoco.

-Ho...riconsiderato la mia posizione – ammette lo scienziato a testa in giù.

-Squisitamente logico – scherza la robot.

 

4

 

Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.
Isaac Asimov - Legge Zero della Robotica

 

 

“Dove sono? Che mi sta succedendo?Un attimo fa stavo lottando con Luther Manning per il controllo di Deathlok e poi mi sono trovato qui… ma qui dove? Non è lo stesso posto di prima, credo…lì era tutto buio e qui c’è una luce brillante. Forse… forse… è così che ci senti quando si sta per morire?”

-Mister Collins…

“Cosa? Era una voce quella? Qualcuno mi sta chiamando?”

-…mi sente Mr. Collins?-

“Devo seguirla, devo sapere chi è”

-Riesce a sentirmi?-

“Si… si ti sento… non smettere… sto arrivando... sto…-

 

 

Howard Stark Memorial Hospital, New York.

 

Sbatte le palpebre e stringe gli occhi per adattarsi alla luce. Dapprima fatica a mettere a fuoco gli oggetti, ma alla fine la vista gli si schiarisce e vede davanti a se un gruppo di persone, alcune delle quali in camice bianco. Riconosce alcuni di loro: Henry Pym, con il costume da Calabrone, ma senza maschera, Tony Stark, il Dottor Strange, T’Challa, la Pantera Nera, anch’egli in costume, ma senza maschera ed altri che devono essere medici: uno biondo, uno, ispanico, più vecchio e con i baffi, uno con la barba ed una donna con gli occhiali. Il biondo si china su di lui e parla:

-Va tutto bene, mr. Collins.-

Era sua la voce che ha sentito prima, quando era… ma dov’era? E dov’è adesso?

-Do… ve… so… no?- chiede. La sua voce ha un suono strano, perché?

-Non si sforzi troppo a parlare.- dice il dottore biondo. -È normale che dopo tutto questo tempo lei faccia un po’ di fatica. Non si preoccupi, però, l’operazione è riuscita perfettamente.

-Operazione? Quale…-

-Giusto, dimenticavo che lei non può saperlo. Lasci che ci presentiamo: io sono il Dottor Kincaid e sono un chirurgo ed i signori al mio fianco sono il Dottor Josè Santini, un’autorità mondiale per ciò che riguarda i trapianti ed i tessuti artificiali, il dottor Karl Svenson, esperto di chirurgia cerebrospinale ed Erica Sondheim, rinomato neurochirurgo. Gli altri li conosce sicuramente: sono stati i nostri consulenti in questa operazione decisamente particolare.

-Operazione? Io non… aspetta! Questo è il mio corpo! Il mio vero corpo. Sono di nuovo il vero Michael Collins.-

Sente il suo volto rigato dalle lacrime e mai il poter sentire questa sensazione gli è mai sembrato più bello.

-Quanto...per quanto tempo sono rimasto privo di sensi?

<<Due giorni, sedici ore, ventiquattro minuti e nove secondi>> - risponde una voce artificiale che soltanto Michael Collins può sentire.

Il suo corpo è ancora incredibilmente debole: nonostante senta l’impulso di scattare in piedi per la sorpresa, riesce a malapena a sollevare la testa.

-Computer!? Come è possibile...non sono più... – inizia a chiedersi da solo, per poi rivolgersi al gruppo di scienziati dicendo: - Ditemi che sento le voci, perché non mi piace molto l’alternativa.

<<I sensori uditivi organici funzionano secondo i parametri prestabiliti>> - risponde il computer.

-Mi dispiace, ma è stato necessario – si scusa Tony Stark – La tecnica di trasferimento era stata così invasiva che separare completamente il tuo cervello dal computer centrale sarebbe stato un rischio troppo grande. Se ti consola, abbiamo eliminato tutti i collegamenti al cervelletto e ai centri decisionali...il computer non può più prendere il controllo del tuo corpo.

-Sì, ma sono costretto a sentir chiacchierare questo pezzo di ferraglia...ah, non importa. In fondo mi hai salvato la vita, computer...grazie.

<<I parametri fisici sono al di sotto dell’efficienza massima; si consiglia un aggiornamento del software di controllo e la sostituzione dei...>>

-Computer? Nuova direttiva: stai zitto fino ad ordine contrario. Abilitare.

<<Nuova direttiva “stai zitto” in effetto>>.

Michael Collins si lascia andare, sospirando per l’agognato silenzio nella sua testa...niente più computer, programmi ostili o incubi. Finalmente, da una vita a questa parte, ha finalmente ritrovato la pace.

<<Attenzione, errore 90752: direttiva “stai zitto” incompatibile con 247 sub-routine. Annulla, riprova, tralascia?>>

O qualcosa di relativamente simile alla pace, almeno.

 

Una base segreta dello SHIELD

 

Un agente semplice preme un pulsante sulla cassa metallica, che nasconde completamente il corpo di Deathlok fatta eccezione per il vetro antiproiettile che ne mostra il volto.

Su un piccolo schermo appare la scritta “Stasi attivata”, e l’agente si allontana. Attorno a lui, centinaia e centinaia di scatole provenienti dai quattro angoli del globo e contenenti mille invenzioni ed armi per cui il mondo non è ancora pronto.

Per un istante, l’occhio robotico del cyborg si illumina di rosso. Non c’è nessuno a guardarlo, e dura poco più di un battere di ciglia... ma qualcosa, all’interno di quell’essere, funziona ancora.

“Programma Luther Manning ripristinato. In attesa input utente: sistema in stand-by”

 

 

Da qualche parte in zona di guerra

 

L’elicottero atterra e ne scende un uomo che indossa la divisa verde dell’esercito degli Stati Uniti. Appesi al suo petto vari nastrini che testimoniano la sua onorata carriera. Sulle sue spalline le tre stelle argentate, simbolo del suo grado di Tenente Generale luccicano al sole mediorientale. I capelli bianchi spuntano dal suo copricapo, i suoi occhi sono grigi e freddi e l’espressione del volto è dura ed impenetrabile.

Seguito da alcuni soldati ed ufficiali subalterni, entra nel piccolo ospedale militare e si rivolge senza tante cerimonie ad un medico chino su un corpo steso su un lettino da campo.

-È lui?- chiede.

-Si, signor Generale, è l’uomo di cui aveva chiesto.

-Condizioni?-

-È stato preso in pieno da un’esplosione durante un’azione. Non ci è stato possibile salvargli le gambe ed anche un braccio è in forse. La metà sinistra del volto è completamente devastata ed ha ustioni gravi su oltre l’80% del corpo. Temo che non supererà la notte.

L’ufficiale medico giurerebbe di aver visto un sorriso comparire sul volto del generale, ma in un attimo è già sparito. L’ufficiale prosegue:

-Al momento è imbottito di morfina, ma anche così temo che non basti a lenire il dolore. Sconsiglierei il trasporto.

-Ha detto che morirà comunque, giusto?- replica il generale –Quindi che importanza ha se lo trasportiamo altrove? Mi creda, capitano, nonostante quello che crede lei, ci sono ottime possibilità che per il Colonnello Luther Manning non sia ancora finita.

E così dicendo, il Generale John Arthur Ryker si concede il suo secondo sorriso della giornata.

 

 

FINE?

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

Carlo:

In realtà non c’è molto da dire su questo episodio, i fatti fondamentali sono spiegati direttamente nel corso della storia, rimane, tuttavia, pur sempre qualche spiegazione da dare:

1)      Quando Fabio Volino, per motivi personali ha deciso di abbandonare il ruolo di autore dei Vendicatori, ha lasciato anche questo annual, scritto solo in parte, sfidandoci a completarlo. Noi abbiamo raccolto la sfida ed abbiamo non solo completato il racconto, ma anche integrato ed in parte riscritto la parte già scritta da Volino. Non sappiamo se il risultato va nella direzione che avrebbe voluto il precedente scrittore, ma speriamo che sia comunque apprezzato. In ogni caso a tutti noi autori è piaciuta senza riserve l’idea di veder agire insieme praticamente solo i Vendicatori robotici.

2)      Un po’ di spiegazioni su Deathlok: l’originale Deathlok apparve per la prima volta nell’agosto 1974 (data di copertina) sul numero 25 di Astonishing Tales, una serie che aveva ospitato fino ad allora dapprima un serial di Ka-Zar, per otto numeri in contemporanea con serial del Dottor Destino, e poi il breve serial di It, il colosso vivente. L’autore della trama era il disegnatore Rich Buckler (all’epoca noto come disegnatore di Fantastic Four) ed i dialoghi erano dell’allora esordiente Doug Moench, che, si dice, abbia anche dato una mano a rifinire i concetti del personaggio. I disegni erano accreditati a Rich Buckler stesso, ma in realtà pare proprio che fin dal primo episodio parte delle matite siano state realizzati dai giovani assistenti di studio di Buckler: George Perez, Keith Pollard e Arvell Jones. Mentre del terzo si sono perse un po’ le tracce, gli altri si sono fatti in seguito una certa fama personale. George Perez, in particolare, vanta sia alla Marvel che alla DC un curriculum di tutto rispetto ed è uno dei pochi disegnatori che può vantarsi di aver lavorato sulle testate più importanti di entrambe le case editrici.

3)      Tornando a Deathlok, narrava, come certo sapete, le avventure di un cyborg in un futuro apocalittico, con il mondo reduce da una guerra nucleare, New York preda di umani mutati in feroci cannibali ed altro ancora. Quel futuro era il nostro passato, perché la storia era ambientata nel 1990. Certo, l’idea di un futuro apocalittico non era nuova nemmeno nel 1974, ma bisogna ammettere che era realizzata abbastanza bene. Deathlok era un cyborg, un ibrido, cioè, per chi non lo sapesse di parti organiche e meccaniche, in cui era stato innestato il cervello del colonnello Luther Manning. I nemici principali di Deathlok erano due fratelli: Harlan e Simon Ryker, rispettivamente uno scienziato, che aveva la fissa della creazione di un essere sintesi di uomo e macchina ed un militare assetato di potere. La serie, però non riuscì ad emergere e dopo un paio d’anni fu cancellata.

4)      Col tempo si stabilì (per fortuna -_^) che il futuro di Deathlok era un futuro alternativo che non si sarebbe mai realizzato nella linea temporale Marvel. A questo punto, nel 1990, Dwayne McDuffie & Gregory Wright pensarono di tirar fuori di nuovo Deathlok in una miniserie disegnata da Jackson Guice (primi due numeri) e Denys Cowan (ultimi due) in cui si rinarravano le sue origini. Sparisce lo scenario apocalittico, ma rimane Harlan Ryker come creatore di Deathlok, che questa volta è l’ingegnere pacifista Michael Collins, il cui cervello è inserito a forza da Ryker nel corpo di Deathlok. La mini ebbe un buon successo e fece da apripista alla sua serie personale che durò per 34 numeri. Nella continuità Marvelit teniamo conto solo dei primi 25 numeri.

5)      John Arthur Ryker è un personaggio creato da Paul Jenkins & Ron Garney in storie di Hulk che sono fuori dalla continuità Marvelit, dove è stato introdotto da Fabio Volino nelle sue storie dei Vendicatori. L’ultima volta è apparso in Vendicatori #52, dove abbiamo appreso che era un vecchio amico del Reverendo Paul Wilson, padre di Falcon, e che aveva una figlia affetta da sclerosi laterale amiotrofica. Sam Wilson ha accondisceso al desiderio di Susan Ryker di spegnere le macchine che la tenevano artificialmente in vita e quel gesto lo ha segnato per molto tempo. Presumiamo che abbai segnato anche suo padre, ma non abbiamo ancora avuto modo di vedere le sue reazioni. Certo non è detto che un militare di nome Ryker debba necessariamente essere parente di un altro militare di nome Ryker, ma la cosa è, come minimo, altamente probabile. Di una cosa siamo certi: risentiremo parlare del Generale Ryker ed anche di Harlan e Simon Ryker e magari anche di Deathlok, chi può dirlo? ... Noi naturalmente e vi invitiamo a restare sintonizzati sulle nostre frequenze per saperne di più. -_^

6)      Piccola nota finale di continuità. Quest’episodio si svolge tra Vendicatori #69 e Vendicatori #70, ovvero tra l’ultima storia di Fabio Volino e la prima dei sottoscritti. Speriamo che quest’episodio sia un buon raccordo tra le due gestioni.

Per ora è tutto. Non perdete i prossimi episodi di “Vendicatori”, in cui… ma perché dirvelo adesso e rovinarvi la sorpresa?

 

 

Carlo

 

La storia è stata un po’ più lunga del previsto. Ci scusiamo per il disturbo.

 

 

Fabio



[1] Su Marvel Comics Presents Vol 1° #62  (Thor (Play Press, #14)

[2] Marvel Spotlight Vol 1° #26 (Fantastici Quattro, Corno #159).

[3] Nella sua serie personale, ovviamente. -_^

[4] Si tratta, Ovviamente di Moonstone, come dettagliato in Vendicatori #17/19 o, se preferite, Vendicatori Ultimate edition #6.

[5] Un premio a chi sa dirci quando e dove. -_^